Il (primo) cielo in una stanza

Il (primo) cielo in una stanza

Wednesday 22 October 2025
Il cielo in una stanza è più di una cena.

È uno spazio che si apre, tra fuoco, buio, luce, suoni e persone.
Un nuovo inizio, un nuovo gesto.

Abbiamo spento tutto.
La corrente, le consuetudini, la velocità.
Brace in cucina, candele in sala.
Una cena fatta a fuoco vivo, luci basse, contatto pieno.

 

La serata si è mossa tra sala e giardino, tra l’interno intimo e l’esterno vivo. Abbiamo iniziato con un aperitivo diffuso e passi lenti nel giardino, le parole sussurrate. Gli ospiti si avvicinavano alla brace, facevano domande, tornavano al vino. Nessuno era fisso. Tutto era in movimento.

Le portate erano pensate per la condivisione: una tavola viva, fatta di mani che si passano i piatti, di chiacchiere (non più sussurrate) che si intrecciano, di calici sollevati nel mezzo di una conversazione.

 

Almeno la metà degli ospiti non era mai stata seduta tra i nostri tavoli. Sono arrivati per curiosità, per passaparola, perché non avevano mai visto uno "stellato così vicino". A fine serata si sono scambiati numeri, contatti, storie.

La cena era solo un pretesto.
Il resto è accaduto da sé.

 

Abbiamo cotto insieme le caldarroste, e acceso una moka.
Non per finire, ma per restare ancora un po’.
Gli ospiti sono rimasti, senza programma e senza fretta.


È stato bello così: nessuna struttura, nessuna etichetta, solo luci calde e soffuse.
Solo esserci.
Solo persone.

Il cielo in una stanza è nato per questo.
Per sentire cosa succede quando togli tutto il resto.

Ci sarà un seguito, forse.